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Studio24, puntata del 13 maggio 2019

Posted by Simona Maggiorelli su Maggio 17, 2019

Liberiamo l’Europa Grazie per l’ospitalità a Roberto Vicaretti conduttore della trasmissione Studio24 su Rainews24 per l’opitalità. Nel corso della puntata abbiamo presentato il nuovo numero di Left e il libro allegato L’Europa rapita

qui l’editoriale https://left.it/2019/05/09/lunico-voto-utile-e-antifascista/

Qui la puntata da rivedere Sorgente: Studio24, puntata del 13 maggio 2019

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Leggere il Corano oggi

Posted by Simona Maggiorelli su ottobre 16, 2009

Un dio unico e assoluto. Ma anche una visione del mondo antropocentrica e sessuata. Basata sul rapporto fra uomo e donna. L’eminente islamista Biancamaria Scarcia Amoretti racconta il testo sacro

di Simona Maggiorelli

Quran Kufic calligraphy

Quran Kufic calligraphy

Sono 1.570 milioni  i musulmani nel mondo: il 23 per cento dei 6,8 miliardi della popolazione globale. L’ultima ricerca del Pew forum in religion & public life fotografa una situazione inaspettatamente in crescita. E intanto si moltiplicano gli studi che riguardano la religione e la cultura islamica. Finalmente anche in Italia. Autorevole islamista, Biancamaria Scarcia Amoretti ha appena pubblicato per Carocci una sua proposta di lettura del testo sacro dell’islam e left ha colto l’occasione per rivolgerle alcune domande sulla concezione del mondo e della vita umana che il Corano presenta ai suoi fedeli. «è un testo molto complesso anche perché non abbiamo una tradizione ininterrotta di traduzioni». Il Corano, insomma, è un libro difficile che ha uno statuto speciale perché i musulmani lo considerano parola di dio. Ma è anche da leggere storicamente con occhi sgombri «per vedere cosa dice veramente e quali sono le strumentalizzazioni che ne sono state fatte».
Dunque la fisionomia della creazione, la definizione di dio come assoluto, l’antropocentrismo ma anche il rapporto fra uomo e donna, sono alcuni dei temi che Scarcia Amoretti analizza in questo suo colto e sintetico studio, nato anche con un intento divulgativo.
Prof.ssa Scarcia, cominciamo dalla differenza fra maschile e femminile, una dualità che lei dice essere fondamentale nel Corano.
Iniziamo col dire che il monoteismo assoluto dell’islam prevede un solo dio, non c’è l’idea di trinità cristiana. Da qui il distacco, la differenza, fra creatore e creatura che si concretizza nel fatto che la creatura è sessuata. Non a caso i mistici poi superarono questo tipo di divisione. Ma c’è un altro fatto a mio avviso interessante. Si dice che l’islam non ammetta figure, rappresentazioni. Non è vero tout court, ma lo è per quel che riguarda dio. La rappresentazione del divino è affidata alla parola che ci dice di un dio “bello”, privo però di qualunque caratteristica di genere.
L’incarnazione del dio cristiano è nell’uomo Gesù…
Allah non è padre, è creatore. Il seme può avere un valore maschile, ma il Corano dà una enorme attenzione al corpo femminile. Dire come fa l’islam che dio è creatore in senso assoluto significa che lui è l’unico che non può essere concepito in termini di genere.

calligraphy

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Nel Corano non c’è condanna del corpo e del desiderio femminile?
Assolutamente no. Nel Corano si dice che tutto quello che è creato è buono in sé. E c’è un versetto molto famoso, che riguarda il digiuno, in cui si dice che dio aveva pensato di dare una prova più dura alle sue creature ma poi cambiò idea. Nella concezione islamica, essendo completamente libero, decide di concedere la notte per la vita naturale e il benessere umano. Dunque si può mangiare ma si può anche godere del rapporto uomo donna.
Qual era la condizione della donna prima dell’islam?
Ci sono molte ipotesi, fra cui anche che ci fosse un matriarcato nella penisola araba. Noi abbiamo solo alcuni fatti storici e il testo. Conosciamo molte divinità femminili pre islamiche ed è un fatto che la prima generazione di musulmani abbia conosciuto un grande protagonismo femminile.
Nel Corano ci sono molte figure di donna significative a cominciare da A’isha
La più emblematica, a mio avviso è quella di Maria, madre di Gesù. E’ più eversiva della nostra perché non  c’è nessun Giuseppe ad  affiancarla.
C’è un dibattito bioetico a partire da ciò che è scritto o non è scritto dal Corano?
Mi sono premurata di metterlo da parte: ho voluto presentare il testo, con una impostazione che rivendico a tutto tondo. Non voglio fare una storia dell’esegesi perché siamo ancora ben lontani da quelle che sono state realizzate per il Vangelo, con alle spalle secoli di studi. I musulmani non sono stati inferiori in questo. Ma non abbiamo il polso della situazione. Nella galassia musulmana ci potrebbe essere qualcuno che con assoluta coerenza e dottrina ha tirato fuori un commento che finalmente espliciti in una chiave molto autorevole questi temi. Ma oggi non possiamo saperlo perché non abbiamo raccolto tutti i commenti. Sfido chiunque a dire di essere aggiornato in merito.
Lei scrive che secondo il Corano il processo di crescita del feto nell’utero non è strutturalmente diverso da quello che avviene, per esempio, nel mondo vegetale: l’uomo è cosa (Shay’) venuta in essere. Ovvero?
La sessualità nel rapporto uomo donna non è solo destinata alla procreazione. E questo è un punto importante. Inoltre il Corano è un libro fortemente versato sul fatto che l’uomo sia “un pezzo” di natura. Per questo ci deve essere una grande armonia, che prevede però una scala gerarchica: l’uomo può usare gli animali. Così come essi approfittano del mondo vegetale.
Il Corano non scoraggia la conoscenza scientifica?
No, perché tutto ciò che è creato è buono, dunque perché non conoscerlo?
Il dio assoluto dell’islam può aver influenzato alcuni filosofi occidentali, per esempio Spinoza?
Il discorso è affascinante, ma su questo versante gli studi sono molto indietro. Nei secoli del Medioevo sono passate tematiche filosofiche improntate a questa visione di dio. Poi per tanto tempo si è negato che vi fosse stato un contributo. Io credo che questa storia sia ancora da scrivere. Fin qui è stata fatta solo per frammenti, ritrovando tracce in Anselmo d’Aosta, piuttosto che in altri. Ma non c’è un discorso più complessivo, anche perché gli occidentali oggi non mi sembrano molto disponibili a portare avanti questo discorso. Anche fra gli studiosi la tendenza è piuttosto a dire che non vi è stata influenza. Come se i secoli della dominazione andalusa non fossero esistiti. Solo nel settore della mistica e dell’esoterismo si è stati disposti ad ammettere un contatto, ma la mistica è solo un singolo aspetto e poi è un’esperienza connotata in senso aristocratico, elitario.
La forma letteraria del Corano è certamente alta.

Il Corano è il testo letterario per eccellenza: proprio su questo tema sono usciti centinaia di studi modernissimi. I musulmani dicono che il Corano non è né prosa né poesia, il che già la dice lunga. Anche perché si tratta di una forma inimitabile. La lingua, poi, è ciò che dà corpo alla parola di dio. E come la si definisce? Certi capitoli sono letti come fossero degli inni, con una metodica di cesure di accenti interna, e appunto si continua a studiare.
L’oralità così come il rapporto con la poesia precedente all’islam come si configura?
La poesia precedente è importante non tanto perché veniva detta oralmente ma perché costituisce il vocabolario pregresso dell’arabo. Che poi l’oralità nel mondo musulmano funzioni molto lo vediamo anche oggi. Capire perché e come avvengano certe forme di indottrinamento, in questo caso certamente negative, implica ripercorre certi modi antichi. Nell’islam il rapporto è più personalizzato, c’è sempre un richiamo che passa attraverso una voce. Che, va detto, può essere anche femminile.

CAPIRE L’UNIVERSO ARABO

Mentre torna in nuova edizione un  classico come Il mondo musulmano di Biancamaria Scarcia Amoretti, l’editore Carocci pubblica anche la lettura de  Il Corano che  la docente di Islamistica de La Sapienza ha scritto per offrire strumenti a un migliore dialogo fra differenti culture. Un’avventura intellettuale che, su invito dell’editore, Scarcia ha intrapreso, forte della sua vastissima cultura e delle sue ininterrotte frequentazioni del mondo intellettuale islamico. Ben consapevole però dei problemi che pone la mancanza di traduzioni antiche “canoniche”, così come la polisemia del testo che ammette una pluralità di interpretazioni.«Il mio tentativo – spiega Scarcia – è stato quello di presentare la mia versione, quello che io ho tratto da questo libro, essendo laica. E aggiunge: «Laica in tutti i sensi, non solo per il fatto che non sono addetta delle religioni».

da left-Avvenimenti 16 ottobre 2009–

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Saramago, indignazione da Nobel

Posted by Simona Maggiorelli su ottobre 9, 2009

Lo scrittore portoghese è in Italia per presentare le sue acute riflessioni affidate a un blog. E ora a un libro. Eccone un piccolo assaggio

di José Saramago

Saramago

Saramago

Una buona notizia, diranno i lettori ingenui, supponendo che, dopo tanti disinganni, ve ne siano ancora. La Chiesa anglicana… ha annunciato una importante decisione: chiedere perdono a Charles Darwin, ora che si commemorano i duecento anni  della sua nascita, per il modo in cui lo ha trattato dopo la pubblicazione dell’Origine delle specie e, soprattutto, dell’Origine dell’uomo... Anche se Darwin fosse vivo e disposto a mostrarsi benevolo, dicendo «sì, perdono», la generosa parola non potrebbe cancellare un solo insulto, una sola calunnia, una sola manifestazione di disprezzo dei molti che gli caddero addosso. L’unica a trarne beneficio sarebbe la Chiesa anglicana, che avrebbe aumentato, senza spese, il suo capitale di buona coscienza. Ringraziamola comunque del suo pentimento, che forse spingerà il papa Benedetto XVI a chiedere perdono… a Giordano Bruno, cristianamente torturato, con molta carità e perfino al rogo su cui fu bruciato. Questa richiesta di perdono non sarà gradita ai creazionisti nordamericani. Fingeranno indifferenza ma è evidente che si tratta di un ostacolo ai loro piani. Un ostacolo per quei repubblicani che, come la loro candidata alla vicepresidenza, inalberano la bandiera di questa aberrazione pseudoscientifica chiamata creazionismo (settembre 2008).

Ateismo militante
(…) le religioni non solo non avvicinano gli esseri umani, ma vivono, loro stesse, in stato di permanente mutua inimicizia, nonostante tutte le arringhe pseudo-ecumeniche ritenute vantaggiose da una parte e dall’altra per occasionali e passeggeri motivi di ordine tattico. Le cose stanno così da che mondo è mondo e non si vede alcun indizio di un possibile cambiamento. Salvo l’ovvia idea che il pianeta sarebbe molto più pacifico se tutti fossimo atei. (febbraio 2009).

Dogmi
I dogmi più nocivi forse non sono quelli che come tali sono stati espressamente enunciati, quale è il caso dei dogmi religiosi, perché quelli fanno appello alla fede e la fede non sa né può mettere in discussione se stessa. Il guaio è che si sia trasformato in dogma ciò che, per sua natura, non ha mai aspirato ad esserlo. Marx per esempio, non ha dogmatizzato, ma sono subito spuntati pseudo-marxisti pronti a convertire Il capitale in un’altra Bibbia…(novembre 2008).
Berlusconi e Co.
Secondo la rivista nordamericana Forbes il gotha della ricchezza mondiale, la fortuna di Berlusconi ascenderebbe a quasi diecimila milioni di dollari. Onoratamente guadagnati, è chiaro, sebbene con non pochi aiuti esterni, come ad esempio il mio. Essendo io pubblicato in Italia dall’editrice Einaudi, proprietà di Berlusconi, qualche soldo glielo avrò fatto guadagnare. Una infima goccia d’acqua nell’oceano, ovviamente, ma che gli sarà servita almeno per pagarsi i sigari, ammettendo che la corruzione non sia il suo unico vizio… Ebbene, come di solito si sente dire, i popoli sono sovrani, ma anche saggi e prudenti, soprattutto da quando il continuo esercizio della democrazia ha fornito ai cittadini alcune nozioni utili a capire come funziona la politica e quali sono i diversi modi per ottenere il potere. Ciò significa che il popolo sa molto bene quel che vuole quando è chiamato a votare. Nel caso concreto del popolo italiano – perché è di questo che stiamo parlando e non di un altro (ci arriveremo) – è dimostrato come l’inclinazione sentimentale che prova per Berlusconi, tre volte manifestata, sia indifferente a qualsiasi considerazione di ordine morale. In effetti, nel paese della mafia e della camorra, che importanza potrà mai avere il fatto privato che il primo ministro sia un delinquente? In un paese in cui la giustizia non ha mai goduto di buona reputazione che cosa cambia se il primo ministro fa approvare leggi a misura dei suoi interessi, tutelandosi contro qualsiasi tentativo di punizione dei suoi eccessi e abusi di autorità? ( settembre 2008).

Che fare con gli italiani?
… è appena giunta la notizia delle dimissioni di Walter Veltroni. Ben vengano, il suo Pd è cominciato come una caricatura di partito ed è finito,senza parole né progetti, come un convitato di pietra sulla scena politica… Veltroni è responsabile, certo non l’unico, ma nell’attuale congiuntura, il maggiore, dell’indebolimento di una sinistra di cui era arrivato a proporsi come salvatore. Pace all’anima sua. ( febbraio 2009).
Tratto da José Saramago, “Il Quaderno” (Bollati Boringhieri)

l’intervista: ITALIA SVEGLIATI

Un quaderno di riflessioni acuminate. Nate in margine a fatti di cronaca. Ma non solo. Prima affidate con passione da blogger  all’immediatezza della Rete. Poi distillate in libro che, come è noto, ha avuto una travagliata vicenda editoriale. Rifiutato da Einaudi, vede ora la luce grazie a Bollati Boringhieri con il titolo Il Quaderno. E mentre si parla di un trasferimento in blocco di tutta la sua opera nel catalogo Feltrinelli (a partire dal prossimo romanzo Caino), Saramago arriva in Italia per presentare il suo nuovo libro e incontrare il pubblico. Prima tappa il 9 ottobre proprio a Torino, la città di Bollati Boringhieri ma anche dello storico marchio enaudiano acquisito dalla Mondadori di Berlusconi. Alle 21 il Nobel è al circolo dei lettori e il giorno dopo all’università. E poi ancora ad Alba, a Milano ( 12 ottobre) e a Roma (14 ottobre, al Teatro Quirino, con Marramao). In attesa di questi incontri dal vivo, left ha rivolto a Saramago qualche domanda via mail.
Il Partito del premier si chiama Partito della libertà. Che tipo di libertà propone agli italiani?
La libertà di aprire il cammino al fascismo. Molti italiani credono di vivere in paradiso, ma forse si sveglieranno all’inferno. Se, purtroppo, ciò accadesse che non cerchino altri colpevoli.
Freedom House e l’ Economist denunciano che libertà di stampa è venuta meno in Italia. Che ne pensa?
Qualsiasi persona, perfino la meno attenta, lo confermerà. Fredoom House e Economist non ci hanno detto niente di nuovo.
Perché la reazione degli italiani e del Partito democratico alle continue bugie del premier è ancora così debole?
Non chieda a un semplice scrittore portoghese che dica ciò che gli italiani dovrebbero essere i primi a sapere. Sono loro che hanno messo Berlusconi dov’è. Che decidano adesso cosa fare
C’è uno svuotamento della cultura?
La cultura italiana sta resistendo e continuerà a resistere. Si prendano come esempio Saviano, Eco, Fo, Magris, Flores D’Arcais e tanti altri che difendono la fortezza della dignità e della sapienza.
Simona Maggiorelli
(traduzione di Sonia Castillo)

da left-avvenimenti 9 ottobre 2009

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Maria Gabriella Gatti: «Il feto, un’esistenza senza sogni»

Posted by Simona Maggiorelli su luglio 24, 2009

foetus_2Nuovi studi convalidano la tesi che i movimenti oculari del feto non sono segno di attività onirica. Intervista alla neonatologa Maria Gabriella Gatti. «In utero la stimolazione vibro-acustica induce solo movimenti riflessi». «I pattern Rem e Nrem sono specifici della specie. Nell’uomo sono diversi rispetto agli animali» di Simona Maggiorelli

Uno studio pubblicato su Child Development sostiene che i ricordi prenderebbero «forma prima della nascita»: un’ipotesi  che, così come è stata rilanciata nei giorni scorsi da Repubblica, sembra fatta apposta per  dare man forte alle crociate antiabortiste di Buttiglione e  alle smanie di un premier in cerca di maquillage d’immagine oltretevere. Per capirne di più sul piano della scienza abbiamo chiesto un commento alla neonatologa dell’Azienda ospedaliera universitaria di Siena, Maria Gabriella Gatti. «Innazitutto – spiega – è necessario un chiarimento terminologico: da una parte abbiamo il “ricordo” e dall’altro il problema di come il ricordo o, più esattamente, la memoria  prende forma. Bisogna tenere presente che per ricordo si intende la possibilità di rievocazione di fatti coscienti. Ora attribuire al feto una coscienza è impossibile in base non solo alle osservazioni cliniche ma anche alle ultime acquisizioni della neuroscienze. In utero i processi neurologici sono prevalentemente sottocorticali mentre la coscienza implica una vita mentale, l’interazione e il collegamento funzionale fra numerose aree corticali e sottocorticali. Quindi non si può usare la parola “ricordo” per la situazione intrauterina, perché il ricordo rimanda inevitabilmente alla coscienza. Va precisato anche che la memoria umana cosciente o non cosciente è un’attività psichica complessa che non si limita a fenomeni neurobiologici o processi che intervengono a livello di riflessi semplici, come l’abituazione, presenti anche negli organismi più elementari. Questi automatismi avvengono senza la presenza di una qualunque forma di pensiero.
Nell’articolo si legge anche che «già a 7 mesi un cucciolo d’uomo riesce a ricordare quali “suoni” provenienti da fuori sono da temere e quali no». Come è possibile se la pancia della madre lo isola e lo protegge?
La stimolazione vibroacustica del feto evoca movimenti riflessi e accelerazioni del battito cardiaco. Le pareti uterine proteggono dal mondo esterno ma alcuni suoni a bassa frequenza raggiungono ugualmente il feto e vengono trasmessi attraverso le vibrazioni ossee. I suoni inducono una reattività riflessa di tipo biologico che sottostà al fenomeno dell’abituazione, a cui accennavamo, il cui scopo primario nel feto non è la memorizzazione ma la difesa di un sistema nervoso immaturo  dal punto di vista morfologico e funzionale.
I ricercatori olandesi che hanno firmato lo studio di Child development parlano di memoria a breve termine nel feto. Di che si tratta?

Le ricerche degli olandesi riguardano specificamente il fenomeno dell’abituazione: usare però tout court abituazione come sinonimo di memoria potrebbe essere semplicistico. Mi sembra che, tra le righe, il neuroscienziato Pergiorgio Strata, intervistato da Elena Dusi su Repubblica suggerisca proprio questo riferendosi all’estrema complessità del sistema della memoria. L’abituazione è la progressiva diminuzione della risposta a uno stimolo ripetuto fino alla sua scomparsa , dovuta alla perdita dell’efficacia funzionale delle sinapsi. Si tratta di un processo sottocorticale difensivo nei confronti di un eccesso di stimoli, presente nel feto nell’ultimo trimestre di gravidanza e nel neonato nei primissimi mesi di vita. La risposta del feto a uno stimolo è un riflesso sia che si fletta una gamba sia che si evochi un allargamento e una chiusura degli arti  come succede nel riflesso di Moro che è una modalità di risposta arcaica senza alcun contenuto emozionale: nell’abituazione c’è una modificazione della biochimica delle sinapsi, tale da inibire la risposta a breve o a lungo termine. Il feto non ha comunque alcuna capacità di localizzare o distinguere uno stimolo da un altro. Varie specie di stimoli possono indurre risposte olistiche e non specifiche. La memoria come processo dinamico, che si avvale di circuiti e reti neuronali di enorme complessità e continuamente variabili, non può identificarsi, come scrive il premio Nobel Gerard Edelmann, con l’abituazione cioè con la  variazione della forza sinaptica.La memoria è un processo di ricreazione psichica che ha inizio a partire dalla nascita quando si hanno reazioni a stimoli specifici e percezioni.

Continuando nella disamina: «Ai primi stimoli il piccolo risponde sempre contraendosi spaventato», si legge ancora su Repubblica. Poi sorriderebbe addirittura. Prima della nascita dire che il feto ha reazioni emotive o percezione del dolore è fare disinformazione scientifica?

La neonatologa Maria Gabriella Gatti

La neonatologa Maria Gabriella Gatti

L’ambiente intrauterino del feto è del tutto diverso da quello in cui si viene a trovare il neonato. L’insieme delle risposte inibitorie è una chiave strategica per la sopravvivenza  del feto. Infatti, in condizioni di stress, i movimenti fetali cessano, diminuisce il voltaggio dell’elettroencefalogramma (Eeg). La funzione cerebrocorticale del feto fino alla maturità si sviluppa in un ambiente che è fisiologicamente inibitorio. Il feto per tutta la gravidanza non raggiunge mai lo stato di veglia neanche come reazione alla diminuzione  di ossigeno nel sangue, stimolazioni sonore intense o a interventi di microchirurgia. Il feto non può avere la percezione del dolore per la presenza di neurormoni o sostanze che contribuiscono a inibire l’attività cerebrale già limitata dalla bassa concetrazione di ossigeno nel sangue per le caratteristiche dell’emoglobina fetale. L’adenosina, il pregnanolone, la prostaglandina D2 prodotti dal cervello fetale e dalla placenta nell’ultimo trimestre di gravidanza sono dei potenti neuroinibitori. Anche l’ossitocina, un ormone che stimola le contrazioni uterine durante il travaglio, potenzia l’effetto inibitorio dei neurotrasmettitori. Nel canale del parto gli stimoli pressori di notevole intensità non producono modificazioni del tracciato elettroencefalografico. Dopo la nascita, registrazioni elettroencefalografiche indicano un intenso flusso di nuove stimolazioni sensoriali. Viene meno l’effetto degli ormoni placentari che in utero inibiscono l’attività neurale.
Gravidanza05Mesi fa, sempre su Repubblica, c’era un  pezzo dal titolo “Così si sogna nella pancia della mamma”. «Alcuni scienziati dell’università di Jena – riportava – sono riusciti a fare un Eeg a un feto di pecora, così è stata registrata un’attività cerebrale che, benché immatura, comprende cicli di sonno e fasi oniriche». Che ne pensa?
Alla ventottesima settimana di gestazione i sistemi sensoriali periferici si connettono al sistema nervoso centrale. Ciò corrisponde a un tracciato elettrico denominato convenzionalmente Rem, espressione in utero della sinaptogenesi. Dopo poco compare l’altro pattern elettroencefalografico detto Nrem in cui prevalgono processi inibitori. Nel feto non si può parlare né di sonno, né di sogno, né di veglia, né di capacità percettiva. Si rischia di dare un significato psichico a fenomeni come le fasi Rem o non Rem che nel feto umano sono solo processi biologici finalizzati alla maturazione e alla differenziazione morfologica e funzionale. I pattern Rem e Nrem sono specie specifici, nell’uomo sono diversi rispetto agli altri primati e differenti da individuo a individuo: la pecora non ha niente a che vedere con l’essere umano.
In conclusione?
La  gravidanza è una fase di sviluppo e di maturazione biologica: solo alla nascita dalla biologia prende forma la realtà psichica, il pensiero che è specificamente umano. Dalla ventiquattresima settimana c’è una possibilità di sopravvivenza del feto per una maturazione cerebrale e degli organi di senso tale da consentire una reattività specifica agli stimoli esterni.
left 29/2009

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