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Mondolfo, Gramsci e la crisi della sinistra oggi

Posted by Simona Maggiorelli su aprile 21, 2013

Luciano Canfora, Elisabetta Amalfitano, Simona  Maggiorelli. Ernesto Longobardi

Luciano Canfora, Elisabetta Amalfitano, Simona Maggiorelli. Ernesto Longobardi

di Simona Maggiorelli

Il libro della filosofa Elisabetta Amalfitano Dalla parte dell’essere umano, il socialismo di Rodolfo Mondolfo ( L’Asino d’oro edizioni) ha il merito di riproporci una figura di intellettuale piuttosto rara in Italia e ingiustamente trascurata dagli studi. Una figura di raffinato studioso della filosofia antica che nei suoi 99 anni di vita (Mondolfo era nato a Senigallia nel 1877 e morì nel 1976 a Buenos Aires) non separò mai studi accademici dall’impegno civile, portando avanti la propria ricerca come forma di resistenza antifascista perché tutta volta- basta vedere i suoi scritti sulla pedagogia – a risvegliare il senso critico, a dare strumenti di lettura della storia e del presente ai suoi studenti. Fra i quali a Torino forse ci fu anche Gramsci.

Un lavoro di insegnamento che Rodolfo Mondolfo svolse con grande coerenza, senza soluzione di continuità, prima nelle scuole superiori e poi all’Università di Torino, di Padova (1907) e di Bologna (1913-38), fin quando – dopo aver promosso e firmato il Manifesto degli intellettuali contro il fascismo – nel 1938 fu costretto dalle leggi razziali a cercare riparo a Buenos Aires.

Rodolfo Mondolfo intellettuale dal profilo non comune nel panorama italiano, dicevamo. Anche perché profondamente laico. Un aspetto indigesto all’establishment politico in Italia. Ancora oggi. Basta vedere il desolante mancato sostegno alla candidatura di Rodotà da parte del Pd  Alle giornate della Repubblica delle idee che, proprio qui a Bari, mentre parliano pretendono di mettere insieme scienza e fede.Oppure al neoconfessionalismo dei marxisti ratzingeriani, ovvero Pietro Barcellona e Mario Tronti, intellettuali organici del Pci e che oggi, dopo il crollo delle ideologie, sono diventati organici al Vaticano.

Luciano canfora, Elisabetta Amalfitano e Simona Maggiorelli

Luciano canfora, Elisabetta Amalfitano e Simona Maggiorelli

Rodolfo Mondolfo no. Da socialista e illuminista si oppose sempre a ogni forma di oscurantismo. Andando a spigolare validi anticorpi nel pensieri di filosofi come Giordano Bruno, Feuerbach, e Marx. Del quale – scrive Elisabetta Amalfitano- Mondolfo seppe dare una lettura originale, coniugandolo con Rousseau nel tentativo di superare la scissione cartesiana (fra corpo e mente, fra teoria e prassi). Il tentativo era quello di mettere al centro della propria riflession l’essere umano nella sua interezza, nella sua complessità di bisogni ed esigenze, che riguardano l’alimentazione, il lavoro, la salute, ma anche la formazione, la conoscenza, la qualità dei rapporti dei rapporti umani, la creatività. In questa chiave , ricostruisce Elisabetta , Mondolfo, lavorò all’ipotesi di una via riformista al socialismo, prendendo le distanze da ogni forma di materialismo metafisico e deterministico. E prendendo esplicitamente le distanze per esempio dalla proposta di Antonio Labriola: “Il suo materialismo dimentica che nella storia la realtà vera ed essenziale sono gli uomini”.

La libertà per Mondolfo era importante quanto l’uguaglianza e cercò per tutta la vita di elaborare una filosofia della prassi che riuscisse a coniugare questi elementi. Tacciato di moderatismo dai giovani Gramsci e Gobetti presi dal fuoco della rivoluzione bolscevica, il pensiero di Mondolfo apparve del tutto inattuale ai giovani del ’68 e ai fautori di una lettura strutturalista del marxismo quando, proprio nel ’68, pubblicò Umanesimo di Marx. Ma come ho avuto il piacere di dire anche in un’altra occasione a me pare che – superata quella fase storica – oggi il pensiero di Mondolfo offra invece molti spunti interessanti di riflessione a questa sinistra che ha urgente bisogno di ripensare e rilanciare la propria identità. Elisabetta Amalfitano, in questo suo appassionato libro, ne squaderna molti.

A cominciare dall’idea che la trasformazione sociale che per Mondolfo parte dalla trasformazione interiore degli individui. E dal rifiuto della violenza, in nome invece di una forza della praxis che significa anche resistenza, capacità di reagire, di proporre un pensiero. E ancora.

Lontanissimo dall’essere per la morte heideggeriano, Mondolfo – potremmo dire parafrasando quello che il professor Luciano Canfora ha scritto a proposito di di Arthur Rosenberg ne l’inquietante mestiere dello storico (Ll’uso politico dei paradigmi storici, Laterza) invita alla lotta, con i mezzi della ricerca storica e filologica, contro l’ideologia a base razzistica andata al potere nelle università tedesche nel 1933 e veleno che dilagava anche in Italia.

Luciano Canfora , Elisabetta Amalfitano e Simona Maggiorelli,

Luciano Canfora , Elisabetta Amalfitano e Simona Maggiorelli,

Per misurare tutta la distanza di Mondolfo dal pensiero conservatore basta leggere le pagine che Elisabetta dedica alla sua concezione delle masse che nel XXI secolo si sono affacciate da protagoniste sul palcoscenico della storia. Una concezione lontanissima da quella di Lombroso, ma anche da quella di Freud, che sulla scorta di Le Bon, in Psicologia delle masse e analisi dell’io (1921 libro molto amato da Mussolini) parlava delle masse come reviviscenza dell’orda primordiale e distruttiva, come lacrima di Batavia che basta che sia colpita in un punto perché finisca in mille schegge, una massa lavoratrice che secondo Freud ha sempre bisogno di un capo carismatico che le dia coesione. E di leggi che permettano la convivenza civile impedendo il fratricidio. Rodolfo Mondolfo, scrive Elisabetta Amalfitano, non aveva questa concezione pessimistica della massa. E per questo rifiutava anche l’idea della necessità di un partito novello principe che imponga dall’alto il cambiamento. Ma qui mi fermo, perché con noi c’è Il professor Luciano Canfora che molto di più può dirci sul rapporto fra Gramsci e Mondolfo.

Intervento introduttivo alla presentazione del libro di Elisabetta Amalfitano Dalla parte dell’essere umano, il socialismo di Rodolfo Mondolfo ( L’Asino d’oro edizioni), alla libreria Laterza di Bari, il 20 aprile 2013, con Luciano Canfora, Ernesto Longobardi, Maria Laterza e l’autrice

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Il secolo lungo di Rodolfo Mondolfo

Posted by Simona Maggiorelli su novembre 22, 2012

Socialista laico e sorprendentemente moderno, per una fase vicino a Gramsci, Rodolfo Mondolfo è  un pensatore poco noto in Italia e che ora è  al centro di una  riscoperta. Dopo la pubblicazione di una raccolta di suoi scritti a settembre per Bompiani, esce per l’Asino d’oro edizioni la prima importante monografia che ne ripercorre la vicenda intellettuale.

di Simona Maggiorelli

 

Manifesto del Partito socialista

Manifesto del Partito socialista

Nato a Senigallia nel 1877 e morto nel 1976 a Buenos Aires, all’età di 99 anni Rodolfo Mondolfo ha svolto un’attività intellettuale ininterrotta e, benché appartata, sempre percorsa da un’intenzionalità e da una progettualità politica. Sia quando, nei fecondi anni Dieci, insegnava all’Università di Torino (e forse ebbe allievo Gramsci) sia dopo essersi rifugiato in Argentina per sfuggire alla persecuzioni delle leggi razziali fasciste. Lasciandoci una notevole messe di libri e articoli che, come ricostruisce Elisabetta Amalfitano in questo suo coltissimo e appassionato libro, Dalla parte dell’essere umano. Il socialismo di Rodolfo Mondolfo (L’Asino d’oro edizioni) non furono mai pensati per il chiuso dell’accademia, ma sempre tesi alla elaborazione di una filosofia della prassi capace di rispondere alla necessità di una rivoluzione pienamente umana.

Esigenza tanto più bruciante dopo l’orrore del nazismo e della Shoah , ma anche dopo il fallimento di rivoluzioni come quella leninista che aveva acceso e poi deluso le speranze di riscatto di grandi masse. Con lungimiranza, quando il giovane Gramsci plaudeva alla rivoluzione leninista, Mondolfo criticava un’idea di rivoluzione come strappo violento, come bisogno di fare tabula rasa, contrapponendo alla violenza distruttiva la forza di un cambiamento progressivo e profondo a partire dalla trasformazione interiore degli individui.

Riformista ateo, non violento, antidogmatico, marxista originale che – come scrive Bruno Accarino nella prefazione di questo libro vede il rischio che il marxismo resti schiacciato nella tenaglia di positivismo e idealismo – Mondolfo tentò di sviluppare l’umanesimo marxiano contaminandolo con gli aspetti più innovativi della riflessione filosofica di un pensatore anticristiano come Giordano Bruno e di un filosofo umanista come Russeau, con cui condivideva l’idea che l’essere umano vada considerato nella sua interezza, non scisso fra soggetto e prassi. Memore della lezione di Feuerbach, per il quale non è Dio che crea l’uomo, ma è l’uomo che crea Dio, Mondolfo diversamente da molta parte degli intellettuali del Novecento non ha l’idea di un uomo originariamente cattivo perché segnato dal peccato originale e immutabile. Diversamente da molti intellettuali del suo tempo (come ad esempio Freud di Psicologia delle folle e analisi dell’io 1921). Mondolfo pur avendo attraversato due guerre non ha perso la fiducia nell’uomo, nelle sue capacità di evolvere, di avere un rapporto sano, non distruttivo, con la realtà e con i propri simili. Pensa un essere umano che non ha bisogno di essere eterodiretto da una morale religiosa che controlli il Caino che è in lui né da un partito “novello principe” che lo guidi verso l’orizzonte palingenetico della dittatura del proletariato.

Figura inaspettata e affascinante, dunque, questa di Rodolfo Mondolfo, così come emerge dalle pagine di questo bel libro di Elisabetta Amalfitano. Un libro (altri poi lo argomenteranno meglio di me) che oltre a colmare la vistosa lacuna negli studi che fin qui ha inspiegabilmente riguardato Mondolfo, ha il pregio di una scrittura limpida e originale intrecciando ricostruzione storica, narrazione, interviste a filosofi, politologi e scienziati, per formulare da ultimo una propria proposta politico filosofica incentrata su una innovativa idea di umanesimo scientifico.

Una proposta che entra attivamente nel vivo del dibattito politico attuale sbaragliando il campo dalle medievali proposte di un umanesimo cattolico che continuano a circolare dentro la sinistra e trovano oggi la più imbarazzante versione nella proposta addirittura ratzingheriana di MarioTronti, Pietro Barcellona e GiuseppeVacca ( vedi il volume di Barcellona Tronti, Sorbi, Vacca, Emergenza antropologica. Per una nuova alleanza tra credenti e non credenti, Guerini editore, 2012,) .

In questo momento così importante per la sinistra che, dopo il crollo delle grandi ideologie, ha assoluta necessità di ripensare la propria identità per uscire dall’orizzonte della sconfitta, trovo molto stimolante la proposta di Elisabetta Amalfitano che, attraverso Mondolfo, ci invita a pensare a un umanesimo ateo, diverso dall’umanesimo comunista che non sa vedere oltre la realtà anatomo fisiologica del corpo e si limita a parlare di soddisfazione dei bisogni, senza pensare alle esigenze di qualità della vita sociale, di rapporti umani, di conoscenza e formazione che è altrettanto insopprimibile oggi. Con questo libro insomma Elisabetta coraggiosamente ci invita a guardare oltre un materialismo che è erede di Platone e della scissione di Cartesio e a ripensare criticamente il pensiero di autori per i quali tutto ciò che non è materiale sarebbe spirituale. Approdando così ad un umanesimo finalmente capace di concepire che il pensiero umano nasce dalla biologia e capace di osare pensieri nuovi.

Originalità di riflessione rivolta al presente, dunque, ma anche originalità di un nuovo metodo di ricerca. Come quello che emerge da questo libro. In un momento in cui nei settori più avanzati delle scienze si sta andando verso un superamento si un approccio riduzionistico ( vedi la teoria della complessità di Prigogyne), in un momento in cui si assiste alla riunificazione del campo delle conoscenze relative alla realtà umana, fra psichiatria , biologia e persino alcune branche delle neuroscienze, mi sembra particolarmente interessante il metodo interdisciplinare che Elisabetta Amalfitano ci propone nel in questa monografia su Rodolfo Mondolfo, attivando un campo sinergico fra discipline differenti che tocca la filosofia, la politica, l’antropologia e la psicologia più profonda.

 Presentazione del libro di Elisabetta Amalfitano, Dalla parte dell’essere umano, il socialismo di Rodolfo Mondolfo, L’Asino d’oro 2012. Firenze , 9 novembre 2012, Libreria IBS.Con l’autrice, i filosofi Bruno Accarino Unversità di Firenze e Salvatore Cingari, Università per stranieri di Perugia e la sottoscritta

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