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Sabra, un eccidio in nome di Dio

Pubblicato da: Simona Maggiorelli su settembre 12, 2010

Esce in Italia Sabra zoo. Un esordio toccante. Per  ricordare il massacro di civili palestinesi a Sabra  e Shatila. Compiuto  da libanesi e israeliani

Malgrado il successo del film Un valzer con Bashir, oggi l’eccidio di Sabra e Shatila pare caduto nell’oblio. E pochi giovani sanno cosa accadde veramente tra il 16 e il 18 settembre di quel 1982 quando cristiani maroniti libanesi, controllati dall’esercito israeliano, massacrarono centinaia di civili palestinesi nei campi profughi. Anche per questo il giornalista Misha Hiller ha deciso di tornare a documentare quell’assassinio a freddo di persone inermi. Ricorrendo alla narrazione per arrivare a un più largo pubblico.

Salutato dalla critica di Oltreoceano come un importante esordio. il suo toccante Sabra Zoo esce il 16 settembre in Italia per Newton Compton con il titolo Fuga dall’inferno. «La spinta a scrivere è nata dal rendermi conto che nessuno aveva raccontato davvero questa storia. Di certo non in Occidente», racconta Hiller a left. «Ma anche dall’essermi accorto di quanto questa storia abbia conseguenze nel presente: se vogliamo capire che cosa sta accadendo in Occidente con tensioni e scontri fra culture dobbiamo aprire gli occhi su quanto sta accadendo nel mondo arabo e riconoscere le nostre responsabilità.
In Medio Oriente la memoria di Sabra è ancora viva?
Sì, fa parte della loro memoria collettiva. Anche se va detto che in Libano i giovani non sanno molto della propria storia.
Quanto i monoteismi hanno agito e agiscono da detonatore di violenza?
Tutte le religioni apparentemente predicano la pace. Di fatto tutte e tre i monoteismi abramitici hanno le mani sporche di sangue. Basta pensare alle crociate. Ma la loro storia, spacciata per un conflitto fra bene e male, non è mai stata raccontata in maniera corretta e veritiera in Occidente. I coloni israeliani, dal canto loro, invocano l’Antico testamento per giustificare la loro appropriazione di territori e i loro attacchi ai palestinesi. E posizioni fondamentaliste si riscontrano anche nell’islam. L’attacco alle Torri gemelle di New York docet. è evidente che le religioni, con tutta la loro retorica, non hanno rapporto con la sofferenza vera delle persone. E rendono più difficile il dialogo fra i popoli. Le persone deluse, che non hanno voce e non trovano chi le rappresenti in politica, con più facilità cadono nella trappola di chi millanta di avere la soluzione ai loro problemi. Ciò spiega la crescita di partiti a base religiosa. Che a mio avviso non potranno mai rispondere a istanze che riguardano i diritti umani e la giustizia. La religione ha causato sempre problemi incoraggiando una mentalità tribale e settaria.
Il conflitto israelopalestinese potrebbe trovare soluzione oggi?
Non ci sono segnali positivi, anche se i cosiddetti processi di pace vanno avanti. Temo falliranno come i precedenti, perché nulla è cambiato nella realtà concreta. è un balletto che ogni tanto ci viene riproposto per rassicurarci. Ma poi il balletto finisce e l’occupazione continua. Finché non si deciderà la fine dell’occupazione, è un can can senza senso.
Che ruolo gioca Obama?
Obama ha messo fine alla retorica guerrafondaia di Bush e ha fatto ben sperare. Anch’io speravo che fosse un buon amico di Israele. Che fa un amico quando vede il suo sodale che, ubriaco, picchia i bambini? Certo non lo giustifica dicendo che è depresso, che ha ferite aperte, cose da dimenticare. Un vero amico dice: stai distruggendo tutti intorno a te. Gli dice: in questo modo ti stai autodistruggendo. Perciò oggi c’è meno ottimismo riguardo al fatto che Obama abbia delle possibilità di incidere in questa annosa situazione. Non perché pensi che sia ingenuo, ma perché non ha il potere di realizzare ciò in cui crede.

di left-avvenimenti del 24 settembre

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Ignazio Marino: lenti nuove per la sinistra

Pubblicato da: Simona Maggiorelli su settembre 1, 2010

Il senatore del Pd e chirur racconta al settimanale Left-avvenimenti le priorità della politica in Italia, in un impietoso confronto con l’America di Obama: la svolta Usa sulle staminali. E le ricadute sociali della ricerca. Di fronte al progresso della scienza la politica non può chiudere gli occhi. E anche nel Pd serve una svolta

di Simona Maggiorelli

Ignazio Marino

Sembrava fatta. Barack Obama pareva riuscito a far digerire a cristiani e conservatori quella che il senatore Pd Ignazio Marino definisce «una svolta epocale». Ovvero un forte investimento pubblico su un promettente settore scientifico come la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Ma per tentare di fermare i test clinici appena avviati con l’ok della Food and drug administration, le lobbies religiose Usa si sono rivolte ai tribunali. E con una sentenza di 15 pagine un giudice distrettuale, pochi giorni fa, ha disposto il blocco dei finanziamenti federali alla ricerca con embrionali, perché in contrasto con una legge del 1996 contro «la distruzione di embrioni umani».

Una sentenza che, secondo Irving Weissman, direttore dello Stanford institute for stem cell biology and rigenerative medicine, intervistato dal Los Angeles Times rischia di imporre un nuovo, duro, stop alla ricerca Usa. Di fatto il presidente Obama, che dopo la sentenza ha ribadito di non voler abbandonare questo ambito di ricerca al privato, ora ha di fronte due strade: o ricorrere in appello o rivedere le linee guida.

Convinto sostenitore di Obama, ilsenatore Marino che da chirurgo ha lavorato a lungo negli Usa, commenta: «C’era da aspettarsi una reazione negativa della parte più conservatrice del Paese. E l’eco che sta avendo sui giornali oltreoceano prova quanto là le questioni di scienza tocchino la società e facciano discutere pubblicamente». Dunque non teme una retromarcia? «Non ho elementi per dirlo, ed è tutto da valutare quanto questa sentenza di tribunale possa incidere davvero. Ma soprattutto – sottolinea Marino – c’è ancora molto da riflettere sulla straordinaria svolta avviata il 9 marzo 2009 dalla decisione di Obama di eliminare le restrizioni sulla ricerca sulle staminali embrionali, fin lì esclusa dai finanziamenti pubblici. Una decisione presa in forte discontinuità con Bush, e nata anche per non far perdere agli Usa il ruolo di leader nella ricerca »
Intanto Berlusconi millantava: batteremo il cancro!
Lo ha scritto addirittura nel suo programma di governo. Obama firmando l’atto esecutivo pronunciò ben altre parole: «Non possiamo assicurare con certezza che troveremo le cure che cerchiamo». Nessuna promessa fallace, pur avendo la consapevolezza che bisogna cercare nuove cure con urgenza per quei malati che non hanno speranza. Con decisione e senso di responsabilità dobbiamo percorrere le acque “senza mappa” della ricerca.
La ricerca con embrionali a che punto è negli Stati Uniti?
In California la Geron corporation ha fatto molti test su roditori. Ma perlopiù avevano dato risultati negativi: si erano formate come delle cisti nei punti in cui erano state iniettate staminali embrionali. Poi questa complicanza è stata superata. Da ambienti scientifici americani so che queste cellule sembrerebbero trasformarsi in cellule di supporto neurale, ovvero cellule che servono per la continuità del nostro sistema nervoso. Iniettate in giovani pazienti costretti su sedie a rotelle da un trauma alla spina dorsale dovrebbero riuscire a ripristinare la comunicazione tra i nervi. Dovrebbero permettere, cioè, il percorso del segnale nervoso attraverso il midollo spinale e dunque portare al miglioramento quando non proprio alla guarigione.
Queste ricerche hanno ricadute sociali che la politica non può eludere?
All’assemblea nazionale del Pd il 21 maggio scorso ho cercato di dirlo: un partito moderno, come forza intellettuale e di pensiero, dovrebbe avere un’attenzione specifica ai drivers del futuro, scientifici e tecnologici. Scoperte o percorsi scientifici come questo di cui stiamo parlando devono interrogarci. Così come ci devono stimolare domande e progetti come la cellula artificiale di Craig Venter. L’ho incontrato di recente, sta lavorando con l’obiettivo ambiziosissimo di costruire nuove forme di vita biologica, in particolare microrganismi capaci di metabolizzare sostanze tossiche come quelle diffuse, per esempio, da una dispersione di petrolio. E ancora: come politici in Italia dovremmo domandarci quale è la decisione giusta da prendere sulle migliaia di embrioni congelati che si trovano nelle cliniche d’infertilità e che non verranno mai utilizzati per far nascere bambini.
Che fine ha fatto la costosa biobanca per embrioni congelati dell’ex ministro della Salute, Sirchia?
Quella biobanca ebbe un finanziamento importante e doveva raccogliere a mo’ di anagrafe tutti gli embrioni congelati sparsi nelle varie cliniche. Il finanziamento  fu varato ma il progetto è rimasto sulla carta. C’è da chiedersi: è più logico, intelligente o morale lasciarli così a perdere ogni vitalità o prelevarne cellule che potrebbero, forse, permettere a pazienti oggi immobilizzati di alzarsi? è sciocco far finta che tutto questo non esista. O pensare che si tratti di un dibattito fra Washinghton e Manhattan. Sono  temi di un dibattito con caratteristiche globali, epocale. Non si potrà impedire che migliaia di malati riprendano a sperare in una cura. E sarà difficile biasimare chi vorrà continuare a lottare contro la sua malattia cercando scientificamente una terapia.
In Italia non c’è una legge che proibisca la ricerca con embrionali ma i finanziamenti pubblici vanno solo a progetti con  staminali adulte...
è una situazione  paradossale: la legge 40 impedisce agli scienziati che si occupano di embrionali di prelevarle da embrioni. Ma non gli impedisce di importarne dall’estero. è incredibile l’ipocrisia di chi ha voluto la legge 40. E lascia sbigottiti il modo di procedere del governo Berlusconi. Perché un atto o è immorale e allora non si può chiedere a un altro di compierlo per te, oppure è un atto lecito e allora deve essere consentito. Io ho cercato di dare un contributo. Ma in questa estate di occhi puntati sulle liti interne al Pdl, è passato sotto traccia. Nella legge Gelmini siamo riusciti a inserire un articolo a mia firma che permetterà di assegnare fondi pubblici alla ricerca non più su base discrezionale ma con il meccanismo internazionale della peer review. Significa che non saranno più ministri o altri a distribuire a piacimento i soldi. Le ricerche saranno valutate in base a un giudizio “fra pari”. Le commissioni giudicheranno anonimamente i progetti. Inoltre il 30 per cento dei “giudici” saranno scienziati stranieri. Insomma, la peer review porta un criterio di trasparenza che impedirà che si verifichino situazioni in cui, su base personale o ideologica, un governo o un ministero decide a chi dare o non dare i finanziamenti.
Come è accaduto in Italia.
Il Comitato nazionale di bioetica (Cnb) raccomanda di inserire la bioetica nelle scuole superiori. Ma che tipo di
insegnamento passerebbe?

Sono sbigottito di questa proposta. Il Cnb è un organismo di nomina politica, designato dal governo in carica. La laicità contenuta nella nostra Costituzione  dovrebbe essere la nostra stella polare… non vorrei che nelle scuole, viste le politiche di questo governo, si spacciassero per nozioni scientifiche giudizi di natura etica. Sarebbe sbagliato, in ogni caso, indipendentemente da chi è al governo. Al contrario è fondamentale che siano finanziati programmi che diano agli studenti la possibilità di conoscere le scoperte scientifiche, come funzionano i laboratori di ricerca e i centri avanzati che esistono in Italia nonostante i feroci tagli ai finanziamenti.  E invece ecco cosa vorrebbe finanziare il governo di centrodestra, con una legge a primo firmatario La Russa, con Meloni e Tremonti: hanno chiesto fondi per 20 milioni di euro per aumentare il contatto dei nostri giovani con le caserme, perché vi trascorrano una settimana per imparare a sparare con la pistola.
E l’opposizione?
Ecco, noi di sinistra dovremmo dire che tipo di visione immaginiamo. Io immagino un tipo di società che usi la scienza per aiutare le persone che soffrono per malattia, per rispondere a chi si trova in difficoltà sociale, per offrire energia pulita…
Insomma, a sinistra serve una decisa svolta culturale?
Una sinistra che lavora e legge il nostro pianeta con le lenti e il dizionario del secolo passato è una cultura destinata a fallire. Abbiamo bisogno di lenti nuove e forse anche di dirigenti nuovi.

da left- avvenimenti del 27 agost0 2010

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