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L’archeologia non ha bisogno di Bertolaso

Posted by Simona Maggiorelli su marzo 1, 2009

Roma, olearie papali

Roma, olearie papali

L’eminente archeologo Adriano La Regina in margine alla proposta di commissariamento dell’area archeologica romana avanzata dal ministro Sandro Bondi di Simona Maggiorelli

Commissariare l’area archeologica capitolina affidandola a Guido Bertolaso è un’idea non incontra il favore del più autorevole soprintendente archeologico che Roma abbia avuto: “Bertolaso – dice Adriano La Regina – può continuare a fare cose utili nel settore della protezione civile. Lui, come il dottor Mario Resca non credo siano le persone più adatte per occuparsi del patrimonio storico e artistico, che non richiede l’intervento delle loro professionalità”. Quanto agli attacchi del ministro dei beni culturali Sandro Bondi al soprintendente dell’area di Pompei, “le critiche nei confronti diPier Giovanni Guzzo – stigmatizza La Regina – dimostrano solo che il Ministro non è bene informato sulla situazione di Pompei. Guzzo ha fatto cose egregie, e se a Pompei vi sono ancora questioni da risolvere lo si deve soprattutto alle degradate condizioni sociali, politiche e amministrative del contesto. Di questo si deve far carico la politica. Quanto alla Soprintendenza è stato un grave errore creare al suo interno una struttura amministrativa autonoma e inconsapevole delle esigenze di natura scientifica e conservativa”. E i tentativi da parte del Ministro di mettere il bavaglio al Consiglio superiore dei beni culturali e a Salvatore Settis? “Bondi non ha mai dimostrato particolare riguardo verso quell’organismo, perché evidentemente preferisce il plauso ai pareri disinteressati. Del resto- aggiunge La Regina – il governo Berlusconi ha sempre cercato di dare sostegno alle esigenze del mercato d’arte, anche quando chiaramente in conflitto con l’interesse pubblico”. Ma l’attuale presidente dell’Ente Parco dell’Appia Antica non risparmia neanche il neo presidente del Consiglio superiore, Andrea Carandini, nominato in fretta e furia del ministro, a poche ore dalle dimissioni di Settis. E a proposito delle accuse rivolte da Carandini ai soprintentendenti, accusati di essere dei “talebani della conservazione”, La Regina nota: “Carandini non ama sostenere con argomentazioni pacate le proprie ragioni limitandosi abitualmente a svilire in maniera offensiva le ragioni degli altri. In queste condizioni le sue accuse ai soprintendenti di essere dei talebani della conservazione non meritano attenzione”.

Left-Avvenimenti del 6 marzo 2009

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