Macro in movimento
Posted by Simona Maggiorelli su dicembre 25, 2010
Per la prima volta in Italia le “sculture”disegnate dell’inglese Antony Gormely
di Simona Maggiorelli
Nel nuovo millennio, l’arte del disegno , specie quello figurativo, sembra essere scomparsa. Non ne incontriamo traccia, o quasi, nei musei che più fanno tendenza, dal MoMa di New York al Pompidou di Parigi. In queste sale internazionali (tutte quante stranamente appiattite su uno stesso tipo di estetica tardo pop o concettuale) primeggiano le installazioni multimediali, le opere di videoarte e le sculture polimateriche di grandi dimensioni: realizzazioni diversissime ma che in comune hanno un forte impatto visivo e altamente spettacolari.
Quanto di più lontano, insomma, da un’arte artigianale, sensibile e discreta come quella che richiede il disegno, che geni del Rinascimento come Leonardo e Michelangelo ancora consideravano indispensabile. Così, con questa consapevolezza e questa inevitabile retroterra culturale, entrando nelle sale del nuovo Macro di Roma dove l’inglese Antony Gormley ha allestito la mostra Drawing space, non si può che rimanere sorpresi e colpiti.
Niente bigness trionfante, niente “opere mondo” che per dimensioni e gusto difficilmente potremmo immaginare in una abitazione privata, ma solo il fluire continuo e danzante di una vitale linea nera con cui Gormley crea originali sculture disegnate. Vorticosi gomitoli di linee che fanno pensare a mondi immaginifici e giocosi. Oppure sculture “elastiche”, dinamiche, che tratteggiano esseri umani in movimento.
Sono le immagini “in movimento” di ottanta tavole che l’artista inglese ha realizzato dal 1991 ad oggi e che, con bella scelta in controtendenza, il direttore del museo Macro Luca Massimo Barbero ha deciso di esporre per la prima volta in Italia, in un grappolo di iniziative espositive che proseguono fino al 6 febbraio 2011.
da left-avvenimenti , 12 novembre 2010
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