La forza della vulnerabilità
Posted by Simona Maggiorelli su gennaio 1, 2011
Da Olmi a Friedman, a Hatoum e oltre. Dialoghi inediti all’Hangar Bicocca
di Simona Maggiorelli
Un maestro del cinema come Ermanno Olmi e un architetto come Yona Friedman, all’Hangar Bicocca di Milano, grazie a Terre vulnerabili A Growing Exhibition, intrecciano dialoghi inediti con alcune delle personalità di maggiore spicco del panorama artistico internazionale: dalla palestinese Mona Hatoum, all’austriaco Franz West (che in comune hanno una profonda riflessione sui temi dell’esilio e dello sradicamento), per arrivare poi alla ricerca delle nuove generazioni rappresentate qui dalle immaginifiche costruzioni del belga Hans Op de Beek e dai delicati grafismi di Elisabetta di Maggio, ma anche dalle opere minimal di Christiane Löhr e dalle installazioni di Stefano Arienti. Per chiudere poi idealmente il cerchio con le opere di emergenti come la videomaker Rä di Martino e la scultrice Alice Cattaneo.
Così, nello spazio di archeologia industriale dell’Hangar Bicocca, affiorano dal buio schegge cinematografiche, frammenti video, installazioni che creano ambienti di fantasia, immagini luminose che aprono finestre su mondi diversi e sensibili, attraendo lo spettatore al loro interno.
In un rimando continuo fra creazioni site specific di artisti da ogni angolo del mondo. Che, in stili diversissimi, sono chiamati a indagare il tema della vulnerabilità: nel rapporto con l’altro, con le forti passioni che mette in campo. E nella relazione con l’ambiente che di continuo ci rimanda messaggi di allarme e di violazione. Ancora una volta la direttrice artistica dell’Hangar, Chiara Bertola, compie il piccolo grande miracolo di trasformare un “non luogo” come l’Hangar in uno spazio vivo d’incontri. E tale promette di restare fino a maggio 2011. Senza soluzione di continuità, infatti, a gruppi sempre nuovi, decine di altri artisti si daranno il cambio nei mesi a venire nel tenere accesa la fiaccola di questa mostra in costante cambiamento.
3 dicembre 2010
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