Clemente e il naufragio dell’avanguardia
Posted by Simona Maggiorelli su Maggio 31, 2009
di Simona Maggiorelli

Francesco Clemente, Tandori Satori
Della Transavanguardia, brand coniato sorprendentemente da un critico progressista come Achille Bonito Oliva, si è molto discusso: tenebrismo, nuovi selvaggi,furbesca caduta in un finto irrazionale intriso di icone cattoliche (che sul versante di croci e merletti poi, via Basquiat, avrebbe portato alla pop star Madonna). Ma tant’è, oggi la Transavanguardia figura non solo nei musei statunitensi, ma anche nei più seri e attenti musei del contemporaneo europei. A cominciare dal Castello di Rivoli.
Ma forse è vero anche che, a trent’anni di distanza dal suo esordio, potrebbe essere fare qualche distinguo riguardo al differente esito artistico del nucleo storico della Transavanguardia: da un lato c’è la maniera figurativa di Sandro Chia (diventato nel frattempo viticoltore di alto bordo) con il neo ascetismo seriale e miliardario di Sandro Cucchi. Dall’altro ci sono le desolate montagne di sale di Mimmo Paladino da cui spuntano resti di cavalli inerti a rappresentare, drammaticamente ,l’assenza di vitalità di ogni tentativo di trasporre l’antico nel moderno.
Ma forse anche certe inquiete figurazioni di Francesco Clemente hanno il coraggio di rappresentare questo irricomponibile iato. Tanto che, riprendendo una felice titolo del filosofo Hans Blumenberg, la curatrice Pamela Kort ha intitolato “Naufragio con spettattore” l’antologica che il Madre di Napoli dedica a Clemente fino al 12 ottobre ( catalogo Electa). Il riferimento chiaramente è al naufragio dell’avanguardia anni Settanta, che ha creduto di potersi tenere a galla aggrappandosi a lacerti di repertorio iconocrafico antico. Che per Clemente è stato prima greco-romano poi indiano come raaconta la recente collaborazione con lo scrittore Salman Rushdie.
Un naufragio di cui Clemente non ha mai occultato la drammaticità, evitando – questa è la tesi della curatrice – di fare della storia dell’arte un serbatoio di citazioni stereotipate per abbellire una pittura moderna di tipo convenzionale. L’impegno di Kort è proprio quello di fare emergere gli elementi progressisti che ci sarebbero nella sua arte. Un bell’impegno.
dal quotidiano Terra del 30 maggio
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