La rivolta dei filosofi
Posted by Simona Maggiorelli su febbraio 6, 2009
Il più importante festival di filosofia d’Italia è a rischio. Defenestrati i fondatori. Più di 40 intellettuali, per protesta, danno forfait. Marramao: “ Non ha nessun senso smantellare un’eccellenza” di Simona Maggiorelli
Un festival che ogni anno richiama migliaia di persone a discutere di filosofia, arte, ma anche di scienza e di bioetica, non è cosa comune in un’Italia sempre più tramortita sul piano culturale e politico. Per giunta quello di Modena, Carpi e Sassuolo – diversamente da altre kermesse culturali – non è mai stato un festival in senso stretto. Nel senso che non è mai stato solo una vetrina di incontri, ma ha sempre avuto una ricaduta concreta nel dibattito pubblico e legami stretti con una scuola di formazione, il San Carlo, attraverso la partecipazione diretta di ricercatori e studenti al lavoro culturale della rassegna. Insomma stiamo parlando di un unicum. Sapere alto, convivialità e piacere del confronto anche schietto con punti di vista diversi sono sempre state le cifre di questa rassegna che nell’orgoglio di una partecipazione diffusa, nelle piazze e nei teatri ha saputo farsi anche sorprendentemente “popolare”. Perciò per chi frequenta la rassegna dalla sua nascita, (come chi scrive) la notizia che il gruppo di intellettuali che ha fondato il Festival sia stato azzerato immotivatamente dal cda della Fondazione San Carlo arriva come una pessima notizia. Tanto brutta che giustamente una quarantina di studiosi di primo piano minacciano di dare forfait alle prossime edizioni. Cantarella, Augé, Balibar, Odifreddi, Vegetti, Escobar, Veca, Sini e molti altri lo hanno scritto in una lettera di protesta. Ma cosa è accaduto perché si arrivasse a tanto? “E’ successo che alla professoressa Michelina Borsari non è stato rinnovato il contratto alla direzione della Scuola di alti studi in scienza della cultura e a quella del Festival di filosofia, presentando meschinamente la Borsari come avida di denaro in tempi di crisi” ci risponde Remo Bodei. “Queste ragioni pretestuose – spiega – hanno indotto alle dimissioni l’intero comitato scientifico della Scuola, che non è stato consultato”. Né per questo avvicendamento, che ha il sapore di un clamoroso autogol di una politica locale miope, è stato consultato Bodei, che è supervisore scientifico del Festival e ne è stato l’ideatore.“Le nostre dimissioni non sono state date solo per solidarietà all’eccezionale lavoro e all’intelligenza di Michelina Borsari- prosegue il docente di filosofia all’università di Los Angeles- ma anche perché sono state, paradossalmente, messe in pericolo due istituzioni che funzionavano al meglio. Per questo ci conforta la solidarietà di quanti hanno partecipato al Festival e alle attività della Scuola e non vogliono più farlo”. Fra questi il filosofo Maurizio Ferraris dell’Università di Torino: “Molte cose non vanno in Italia e altre vanno bene. Tra queste, indubbiamente c’è il Collegio S.Carlo di Modena con la sua scuola di alti studi e il Festival che ne è l’espressione pubblica più visibile. Borsari e Bodei sono gli artefici dello sviluppo del S. Carlo e del festival, che- sottolinea Ferraris – non ha equivalenti nel mondo. E’ a dir poco sorprendente il fatto che si possa pensare di sostituirli senza alcun chiaro motivo, se non, forse (e purtroppo) l’enorme successo del festival”. Dunque che fare perché un’iniziativa così fertile non muoia? “Di fronte a una notizia di questo genere- risponde il filosofo torinese- quello che di concreto posso fare per esprimere il mio sconcerto è molto poco, ma doveroso: dichiarare che non parteciperò a festival filosofici di Modena organizzati da altri”. Appena rientrato da Parigi il filosofo Giacomo Marramao si dice costernato: “ Io davvero non capisco come mai in Italia compiamo sforzi inauditi per disfare ciò che è stato fatto bene. La rassegna di Modena, Carpi e Sassuolo era un’eccellenza, legata a un’istituzione importante come il San Carlo, è assurdo che non si sia fatto tutto il possibile per salvaguardarli. Chi si propone ora di sostituire Borsoni, per giunta in passato era un suo collaboratore… mi auguro davvero che ci sia ancora spazio per fare inversione di marcia”.
Da Left Avvenimenti del 6 febbraio 2009
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Lorenzo Mazzucato said
Rcordo tuttora con una certa emozione (e sincera riconoscenza per la persona) il colloquio che mi concesse Michelina Borsari nei giorni della prima edizione del FestivalFilosofia, ormai molti anni fa. Emanuele Severino aveva appena terminato di rispondere ad una lunga serie di domande, in coda alla sua megistrale lezione, in una grande sala al piano terra del Palazzo ducale di Sassuolo. Michelina Borsari, sigaretta accesa tra le dita (l’epoca e la gente non erano ancora intolleranti..) mi spiegò perché a Padova (nonostante l’antichissima tradizione universitaria) non riusciva a decollare nulla di pur lontanamente simile a ciò che Modena e la Fondazione S.Carlo (e Michelina Borsari; ndr) erano riusciti ad inaugurare. Ma soprattutto a lanciare verso quel futuro che oggi sappiamo essere così prestigioso e rinomato. Secondo lei – e quanta ragione aveva – dove le baronìe universitarie sono più numerose e monumentali (e Padova non scherza..) molto difficile diventa la stretta e armonica e umile collaborazione, tra mondo culturale cittadino-università-amministratori (in cui l’università è appunto nel centro), indispensabile per la buona riuscita “di eventi come il suo” (dissi io quel giorno). Il suo, sì, il suo: poiché il FestivalFilosofia è una sua creatura principalmente, e lo dicono tutti, dall’assessore alla cultura Lugli al mentore Remo Bodei, passando attraverso i molti filosofi che hanno calcato le piazze e le sale del FestivalFilosofia in tutti questi anni. Evviva Michelina Borsari! adelante. Lorenzo Mazzucato (Padova)
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