Gli antidisegni di un maestro
Posted by Simona Maggiorelli su Maggio 15, 2009
Alla Fondazione Pomodoro di Milano , un percorso dedicato all’opera grafica di Lucio Fontana

Lucio Fontana, nudo di donna
Geniale scultore, innovatore in pittura con la serie dei tagli e dei buchi che aprivano il quadro a una spazialità interna e nuova, l’opera grafica di Lucio Fontana non ha mai avuto una debita attenzione da parte della critica d’arte. Ma ora una mostra alla Fondazione Pomodoro di Milano invita a riconsiderare in particolare l’uso che l’artista italo-argentino faceva del disegno. O meglio dell’«antidisegno», come chiamava lui stesso, quell’attività che faceva in punta di matita, a volte con il solo lapis, altre volte con matite a colori e pennarelli. Ma sempre con quel piglio antiaccademico che lo distingueva. Tracciati in modo rapido, nervoso, spesso i disegni di Fontana hanno un’aria evocativa, di non finito.
Non appena un’idea o un’intuizione sulla carta prendeva una sua forma e una identità veniva subito abbandonata, seguendo la spinta di una ricerca continua che lo portava sempre verso il nuovo. «I disegni di Fontana danno forma alla tensione emotiva dell’artista, fissano la folgorazione di un’idea e la rendono palpitante ma senza mai diventare progetto per un’opera precisa» nota lo scultore Arnaldo Pomodoro che accanto a Fontana, giovanissimo, mosse i suoi primi passi nel mondo dell’arte».
Quasi per onorare un debito di gratitudine Pomodoro ha voluto fortemente questa esposizione che – grazie ad alcuni prestiti del Csac di Parma – riunisce la maggior parte dei disegni realizzati da Fontana dagli anni Quaranta agli anni Sessanta. Con alcuni interessanti inediti, mai prima esposti e mostrati pubblico. Fontana stesso del resto non aveva mai pensato a raccoglierli e presentarli in una mostra, considerando questa parte della sua opera come marginale rispetto alla sua attività di scultore, di pittore e di creatore di quelle che oggi chiameremmo installazioni. Ma a dispetto della scarsa considerazione che dedicava a questi disegni il loro stesso autore, e ancor più a dispetto del giudizio sferzante che ne dette Giulio Carlo Argan stigmatizzando l’opera grafica di Fontana come fredda, distaccata e inerte, quella che si para alla vista – scorrendo le immagini pubblicate dal catalogo edito dalla Fondazione Pomodoro – è invece il percorso di una originale ribellione al disegno d’accademia, a quelle immagini che a Fontana parevano «inchiodate, senza indizi di vitalità», senza movimento. Come Fontana stesso scrisse nel Manifesto blanco del 1946: «E’ necessaria un’arte maggiore in accordo con le esigenze dello spirito nuovo… L’arte nuova non prende i suoi elementi dalla natura… Il cambiamento è la condizione essenziale dell’esistenza. Il movimento è nello spazio e nel tempo, la proprietà di evolversi e svilupparsi è la condizione base della materia…».
Da left-Avvenimenti 15 maggio 2009
Rispondi