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L’Italia non è in ginocchio

Posted by Simona Maggiorelli su febbraio 15, 2008

di Maria Gigliola Toniollo

L’11 febbraio è caduto l’anniversario di un autografo assai gravoso, posto – in nome della SS.Trinità, ci assicurano – sui Patti Lateranensi, un contratto fra Mussolini e la Santa Sede che ancora con rinnovate, successive firme,ci perseguita in modo incessante, sia economicamente sia politicamente, un atto peraltro, che dopo i ponderosi esborsi finanziari a carico delle nostre tasche, nemmeno ci protegge dalle invadenze vaticane, da gerarchie contrarie ad ammettere una separazione tra lo Stato italiano e quello Pontificio, con le conseguenti autonomie.

Per la giornata, la Rai servizio-pubblico ha promosso, da settimane, una straripante prima serata di Porta a Porta su Lourdes e le sue tradizioni di miracolo e devozione, serata nella quale resta facilmente prevedibile che neanche per un istante è stato proposto il dubbio o un’analisi del fenomeno Lourdes serenamente critica e laica o almeno problematica e alternativa a un’acquiescente parata di cori e fiaccole supplicanti…Per contro non pare prevista alcuna testimonianza o riflessione storica sull’anniversario del concordato, neanche nella notte più fonda, tanto solitamente opportuna per le analisi scomode.

Dopo una serie di scontri, blocchi e sconfitte parlamentari da addebitare alla remissività umiliante dei nostri politici molto più che alle sia pure sgradevoli ingerenze ecclesiastiche, ci siamo chiesti se le cittadine e i cittadini del nostro Paese siano poi così ubbidienti, convinti e coerenti con quanto è loro imposto dalla Chiesa e con gli amici di Critica liberale e la collaborazione dell’istituto di statistica della Sapienza abbiamo affrontato da tempo una iniziativa molto impegnativa: l’Osservatorio sulla secolarizzazione dell’Italia (www.cgil.it/org.diritti/osservatorio.htm).

Proprio in questi giorni stiamo lavorando al quarto rapporto di una ricerca che ha avuto avvio circa tre anni fa per mettere in campo una comparazione di dati concreti e ufficiali, soprattutto non confutabili, relativi all’appartenenza religiosa e alle attività svolte dalle istituzioni riconducibili alla Chiesa cattolica nel nostro Paese. E ciò per comprendere e dare dimostrazione concreta di quanto i comportamenti personali corrispondano o si distacchino dalle imposizioni etiche e di condotta imprescindibili per un oltre Tevere che peraltro pretende, e con arroganza, di non limitarsi a formare i propri fedeli, ma di agire direttamente sulle leggi dello Stato italiano.

L’appartenenza religiosa è una dimensione complessa con obblighi individuali e sociali, che ha visibilità nella partecipazione ai riti pubblici e invisibilità nella preghiera individuale. Gli indicatori che abbiamo utilizzato per la pratica religiosa visibile, relativi di volta in volta a un periodo di dieci anni, si riferiscono soprattutto a “riti di passaggio” come il battesimo, la prima comunione, la cresima, il matrimonio religioso e tutti presentano una tendenza alla diminuzione. Un esempio per tutti: la percentuale dei bambini con età inferiore a un anno che sono stati battezzati, rispetto al totale dei nati vivi nell’anno di riferimento, mostra tra il 1991 ed il 1998 un andamento altalenante e in seguito una percentuale in diminuzione costante, che si assesta nel 2004 a 77,5 per cento, con una perdita di più di tredici punti percentuali rispetto al 1994. C’è, in questa diminuzione, l’apporto alla natalità totale del Paese degli immigrati che, in molti casi, non professano la religione cattolica, ma compare anche un nuovo atteggiamento di molti genitori che non intendono più il battesimo come urgente.

La percentuale dei matrimoni cattolici, concordatari e solo religiosi è in diminuzione ed è efficace rilevare quanto, per esempio a Roma, mettere a disposizione da parte del Comune una sede elegante e solenne per i matrimoni civili, abbia causato una caduta del tradizionale “matrimonio in chiesa”, evidentemente legato a consuetudini e tradizioni ben lontane dalla fede religiosa.

La percentuale dei matrimoni celebrati solo civilmente è in crescita continua e in aumento è anche il numero assoluto delle libere unioni, per quanto l’incidenza del fenomeno sia forzatamente sottostimata per l’assenza di occasioni che spingano i conviventi a dichiarare la loro scelta. E che il numero delle libere unioni abbia dimensioni più ampie è confermato da un altro importante indicatore: il rapporto tra i bambini nati da genitori non sposati e genitori sposati, dato che – ecco un’anticipazione sul prossimo rapporto che sarà presentato nei prossimi mesi -, si è alzato fortemente il numero dei così detti figli naturali.

La diminuzione della partecipazione ai riti, la sempre minor tenuta di alcuni precetti religiosi in campo etico, la diminuzione costante delle vocazioni nel loro insieme, la crescente preferenza per le scuole non religiose, la diminuzione delle donazioni, anche se contrapposta a un’ascesa trionfale dell’8 per mille, dimostrano che siamo in presenza di una crescente autonomia personale o forse di una crescente indifferenza.

Nell’insieme si rende evidente una nuova distanza dal modello di famiglia proposto dalla chiesa cattolica e, per contro, si diffonde sempre più un altro modo di fare famiglia: single, coppie senza figli, coppie gay e lesbiche che vogliono un riconoscimento legale, madri nubili, genitori divorziati o separati che si risposano o che scelgono di convivere con nuovi partner. Famiglie dove la genitorialità è una scelta sempre più consapevole, prova ne è il ricorso agli anticoncezionali che i dati disponibili indicano in aumento costante.

Le gerarchie ecclesiastiche tentano di porre un freno a questi profondi mutamenti, serrando maldestramente le fila, parlando del diavolo e dell’inferno, ricorrendo anche alla presenza sul territorio dei centri di difesa della vita, della famiglia e ai consultori familiari che si impegnano anche contro la scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza, sostenendo anche una impropria e dolorosa obiezione di coscienza del personale medico e paramedico, si parla persino dei farmacisti, accontentandosi del fatto che questa sia il più delle volte influenzata non tanto dall’appartenenza religiosa, quanto da strategie di carriera.

Chi è

Gigliola Toniollo è responsabile nazionale della CgilNuovi Diritti. I dati del rapporto sulla “secolarizzazione della società italiana” a cui sta lavorando con Enzo Marzo e il gruppo di Critica liberale si basa su indicatori certi come il numero di persone che praticano i sacramenti. La principale fonte, insieme ai dati Istat, sono proprio i registri vaticani.

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