Christa Wolf e il riscatto di Cassandra, Medea e delle altre
Posted by Simona Maggiorelli su dicembre 1, 2011
di Simona Maggiorelli
“Diamo il triste annuncio della scomparsa di Christa Wolf a Berlino, all’età di 82 anni. Christa è stata un’amica magnifica, e una scrittrice che ci ha cambiato la vita in questi ultimi trent’anni. Abbiamo mille bellissimi ricordi di lei in Germania, in Italia e altrove, le vacanze trascorse assieme anche con il marito Gerhard, le discussioni letterarie e politiche sempre appassionate, e anche le risate e i momenti conviviali. Fin da Cassandra le sue parole, i suoi sentimenti e i suoi pensieri ci hanno profondamente influenzati e trasformati e poi l’abbiamo seguita come suo editore italiano in tutto il suo coraggioso cammino. Lascia in tutti noi un esempio di rigore, intelligenza, umanità e sensibilità insuperabili”.
Così Sandra Ozzola e Sandro Ferri fondatori della casa editrice e/o, ricordano la scrittrice Christa Wolf, alla notizia della sua scomparsa. Editori italiani di tutta l’opera della scrittrice tedesca hanno da poche settimane mandato in libreria la traduzione italiana dell’ultimo libro di Christa Wolf, La città degli Angeli, diario di un ultimo periodo di scoperta e di nuove amicizie intellettuali che la scrittrice aveva saputo costruire con la sua solita curiosità e generosità in anni recentissimi, mentre una lunga malattia già si annunciava.
Scrittrice amatissima anche da noi in Italia, Wolf ci lascia in eredità letture eversive ed originali di figure antiche del mito greco, come Cassandra e Medea, alle quali l’autrice tedesca ha dedicato romanzi e ricerche storiche di forte impatto politico. A cominciare proprio da Cassandra che, nell’omonimo libro del 1991, diventa protagonista di una storia sfaccettata e complessa che interroga il lettore riguardo all’intuizione femminile, a un modo diverso di comprendere gli eventi, sempre negato dalla storia ufficiale.
Della forsennata Cassandra che la storia ci ha tramandato Wolf ha saputo restituirci nei suoi romanzi un’immagine poetica, raccontando di una donna che è riuscita a entrare nella storia svincolandosi dalla subordinazione all’uomo, ma senza perdere il suo lato emotivo e passionale. Per la prima volta Cassandra non era più il frutto di una esogamia, non era più solo “moglie”. Ma “veggente” anche se costretta alla solitudine della testimonianza. Il tratto irruducibile di Cassandra, faceva notare Wolf in Premesse a Cassandra, è che “la sua capacità profetica non deriva da un mitico dono divino, bensì dal suo saper leggere la realtà che la circonda, dal suo riannodare i molti saperi del corpo”. Che il logos astratto della società patriarcale ha sempre cercato di negare. Un discorso su un certo sentire femminile che esula dalla fredda logica razionale è anche al centro di un altro lavoro di Christa Wolf, il celebre romanzo dedicato a Medea.
Uscito in Italia nel 1995 grazie alla casa editrice e/o, il libro, come è noto, ritrae il famoso personaggio della tragedia antica non più come infanticida , per vendetta dopo l’abbandono da parte di Gaisone, ma come esperta guaritrice ostracizzata dai Greci. Proprio per questo suo sapere e per il fatto di essere un’immigrata dalle terre dei barbari ( così i Greci definivano chi non parlava la loro lingua) sarebbe stata vittima di calunnie e velenose dicerie che ne attaccarono con violenza l’identità di donna.
In libri come I miei miti e nelle premesse a L’altra Medea, Wolf ha raccontato la ricerca che attraverso un’accurata indagine filologica dei testi antichi e un fortunato reperimenti di nuove fonti, l’ha portata a recuperare questa versione del mito di una Medea pre euripidea. L’altra Medea, in particolare, si legge come un interessante excursus sullasocietà proto patriarcale da cui emerge con chiarezza che ciò che la tradizione maschile ha tramandato ai posteri non corrisponde necessariamente all’unica verità. E L’altra Medea ci riporta anche all’attualità, dacché si tratta di un collage di annotazioni, saggi critici e rflessioni prevalentemente risalenti al periodo del soggiorno di Wolf in America, a cui è dedicato il suo ultimo romanzo uscito a novembre in Italia per le Edizioni e/o, La città degli Angeli.
Senza dimenticare- in un sincero invito alla lettura e alla rilettura di tutta l’opera di Christa Wolf- libri toccanti e altrettanto autobiografici come Ciò che resta e Il cielo diviso. Ma anche i saggi, come quelli raccolti sotto il titolo, Lesen und Schreiben, in cui la scrittrice tedesca parla della propria poetica rivendicando il carattere progressista della letteratura, proprio in quanto “antirealistica”, in quanto creazione di fantasia.
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