Joseph Beuys, il rabdomante
Posted by Simona Maggiorelli su Maggio 13, 2011
di Simona Maggiorelli
Uno sciamano in abiti moderni più che un artista che crea immagini nuove. Un rabdomante delle tensioni e delle inquietudini sociali più che uno scultore capace di rappresentarle in forme originali e universali (non a caso era amico e alter ego di Andy Warhol). Performer prima che pittore. Guru più che reale ricercatore.
Per non dire poi dei molti punti bui della sua biografia in cui si è incoraggiati ad entrare anche dalla sua esplicita volontà di fondere arte e vita. E in cui scoviamo la giovanile adesione alla Hitler-Jugend e la partecipazione attiva alla guerra prima di una profonda crisi che lo portò a mettere in discussione tutti i valori giovanili, salvo la religione cattolica. Lacerti di un’ideologia di destra e religiosa connoteranno poi l’intera sua opera incentrata sull’esaltazione della natura come forza primigenia e senza tempo. Eppure, nonostante la profonda ambigutà della sua figura e della sua opera, l’onda lunga dell’interesse per Beuys non accenna a spegnersi. E gran parte della critica internazionale continua ad esaltarne «la sensibilità precorritrice della moderna ecologia».
Anche per questo, per uscire dal mito e cominciare a ridare alla personalità di Joseph Beuys (1921-1986) una dimensione più vera segnaliamo la retrospettiva Joseph Beuys.Difesa della Natura che la Kunsthaus di Zurigo dedica all’artista dal 13 maggio, ma anche la monumentale monografia che gli ha dedicato Lucrezia De Domizio Durini e appena uscita per Electa col titolo Beuys Voice. Con dovizia di testimonianze dal vivo raccolte dall’autrice durante il suo lungo sodalizio con Beuys. E a che, se lette in filigrana parlano chiaro.
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