Digital art, la nuova frontiera
Posted by Simona Maggiorelli su giugno 13, 2008
Il video di sabbia di Meg Stuart e le ultime creazioni di Platel, Motus, De Keersmaeker. L’avanguardia è di scena a Riccione di Simona Maggiorelli
Qualcuno l’ha definita la musa dello schermo freddo, per dirla con il titolo di un libro pionieristico (e già storico) di Elisa Vaccarino e pubblicato da Costa e Nolan. Da critico di danza, ma attenta alle contaminazioni fra linguaggi diversi, a metà degli anni Novanta, Vaccarino tracciava un primo panorama del mondo della videoarte, che già da un decennio in Inghilterra, ma anche in Belgio, in Francia e in Olanda si presentava come il nuovo terreno fertile della sperimentazione. Lo schermo usato come una tela, le possibilità quasi infinite della tavolozza di colori offerta dal digitale, il corpo dei danzatori che diventa quasi linea in movimento. Più del cinema e più dello spettacolo dal vivo il video ha liberato la danza dall’accademia. Ne sono nate opere dalla durata variabile, originalissime, che squadernano una straordinaria fusione di linguaggi diversi. Dietro alla ricerca di Vaccarino c’era il lavoro di un festival, il Riccione TTV che, per primo in Italia, ha fatto conoscere le nuove frontiere artistiche aperte dalla videodanza e dalla videoarte. Sotto la direzione e la guida di Fabio Bruschi (affiancato ora da Andrea Nanni per il teatro) il festival giunge, dal 12 al 15 giugno, alla sua 19esima edizione. Con un programma ricchissimo che presenta i nuovi lavori di artisti oggi maestri di videodanza. A cominciare da una coreografa e danzatrice come Anne Teresa De Keersmaeker, che nelle sue performance dal vivo crea all’impronta in un rapporto vivo, sensibilissimo, con il pubblico. Emozione che riverberano potenti anche le sue opere di videoarte. Nonostante il mezzo “freddo” del video. A riprova, una volta di più, che non è il mezzo a determinare l’opera, ma la profondità e l’originalità della fantasia dell’artista. Accanto alle più recenti creazioni della danzatrice fiamminga il festival presenta quest’anno anche il dance film di uno dei più importanti coreografi francesi, Alain Platel . E ancora fra i videoartisti più interessanti del momento finestre aperte sul lavoro di Thierry Knauff, Kris Verdonk e The Dead Texan. E ancora, le immagini proiettate su un tavolo colmo di sabbia di Meg Stuart e, per citare uno dei gruppi italiani amati dal pubblico giovane, la nuova opera rock di Motus.
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