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Utamaro, nella città senza notte

Posted by Simona Maggiorelli su dicembre 3, 2010

Mentre in palazzo Reale  Milano prosegue fino al 31 gennaio la mostra Shunga: arte e letteratura nell’erotismo giapponese, lo studioso Gian Carlo Calza torna a esplorare il mondo fluttuante

di Simona Maggiorelli

Utamaro, un disegno

Dopo Genji il principe splendente, in cui Gian Carlo Calza ricostruisce la storia dell’omonimo romanzo giapponese e della sua geniale autrice vissuta intorno all’anno Mille nella città di Heian (Kyoto), lo studioso di storia e arte asiatica esce con un nuovo libro illustrato nella collana Pesci rossi di Electa. Un raffinato volume Utamaro e il quartiere del piacere in cui ricostruisce la storia e la fortuna de Gli annali delle case verdi, in cui l’artista giapponese celebra il mondo fluttuante (ukiyo-e) e le sue eroine, creando una serie straordinaria di ritratti femminili.

«Il libro – racconta Calza – fu concepito per far sognare chi non poteva vivere quel mondo di piaceri che veniva descritto o, in qualche più raro caso, per ricordare». Di fatto, insieme all’ex samurai ed editore Jippensha Ikku (1765-1831), Kitagawa Utamaro creò agli inizi dell’Ottocento una delle opere simbolo di quella cultura – condivisa da colte cortigiane, nobili e ricchi mercanti – dalla quale  maturarono innovazioni culturali profonde, importantissime per un Giappone ingessato in un interminabile Medioevo.

Utamaro , Ukiyoe

Due volumi che mentre descrivevano il corredo notturno delle cortigiane e il debutto in società delle loro assistenti, oppure la cerimonia del tè e quella delle lanterne, diffondevano i contenuti di una filosofia e di uno stile di vita in cui la consapevolezza dell’impermanenza di tutte le cose, anche le più belle, si mescolava a disciplina e studio assiduo delle arti.

Unica ancora nel mondo fluttuante, la passione amorosa. Nella rappresentazione che ne dà, la letteratura nasce da piccoli gesti, da apparizioni furtive e veniva coltivata attraverso allusioni e sotterfugi per sfuggire al rigido cerimoniale delle corti. Di fatto, amori mercenari in cui le cortigiane non conoscevano diritti. Ma Utamaro, in omaggio alla femminilità, non si stancava di offrirne ritratti idealizzati, in figure slanciate ed eleganti, dall’espressione distaccata e assorta.

da left-avvenimenti 5 dicembre 2009

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